Che Blog è mai questo?

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Cinque giovani uomini stanno provando a capire come le cose vanno filmate, come le cose vanno narrate, come le cose vanno trasmesse, insomma, come si fa il cinema. Quale miglior modo di capire se non quello di ragionare su come se la cava chi ne sa più di noi?

20 luglio 2014

Le Streghe di Salem

Rob Zombie nell'olimpo dell'horror

 

Devo dire la verità, non guardo spesso film horror, perchè la probabilità di beccare qualcosa di decente è sempre più bassa col passare degli anni; l'ultimo che ho visto senza prima controllare qualche recensione è stato il remake de "La Casa", che qui in Italia è arrivato col titolo originale e molto più appropriato di "The Evil Dead":
Quel film mi aveva divertito moltissimo: non era certo un capolavoro, ma faceva il suo dovere.

Comunque,  non ho mai visto un film di Rob Zombie, lo conosco solo grazie al buon Frusciante, e ho guardato "Le Streghe di Salem" perchè mi piaceva tanto, ma proprio tanto, il poster (i poster, sia quello blu che quello giallo che quello rosa).

Credo siano molte poche le persone che capiscono cosa è davvero un horror. Lo penso perchè io ho il sospetto di averlo fatto davvero solo dopo la visione di questo film, che non so se definire capolavoro, ma che di sicuro è un'opera da studiare e ristudiare, da capire.

Una chiave di lettura su un panorama arido che è l'horror di oggi, in particolare quello americano.

Un'ultima ciliegina prima di continuare con il mio commento: un vescovo, dopo la visione della pellicola, ha ventilato una minaccia di scomunica nei confronti di Rob Zombie.
"Capite voi quello che intendo, capite voi quello che intendo"
cit.


Trama? Non necessariamente, quando si fa dell'orrore


Salem è una cittadina molto famosa, negli Stati Uniti ma anche all'estero. Fu infatti il luogo dove a fine diciassettesimo secolo si consumò una delle più feroci persecuzioni contro presunte streghe da parte dell'inquisizione. Rob Zombie prende spunto proprio da queste vicende (come prima di lui avevano fatto tanti altri, vedi Stephen King nel romanzo "Le notti di Salem") per raccontare secoli dopo la possessione di una ragazza, Heidi (Sheri Moon Zombie), a seguito di una maledizione della strega Margaret Morgan.

La ragazza viene piano piano posseduta, insieme alle altre donne di Salem. Ma lei è la prescelta in quanto discendente del pastore che condannò le "troie di Salem": dovrà dare vita all'Anticristo, cosa che non successe nel 1692.

Il bello di questo film è che la trama è composta dal solo incipit: ovvero tutto quello che ho raccontato nel primo capoverso di questo paragrafo; la trama non va avanti. O meglio, procede, ma in modo esclusivamente lineare.
Dopo la prima parte, in cui capiamo, grossomodo, con cosa ha a che fare la protagonista, il film non offre colpi di scena. Non c'è la lotta contro il demonio. Non c'è il tentativo disperato dell'eroe di turno per salvare la sua fidanzata. Inesorabilmente, la ragazza viene posseduta, le sue amiche diventano perfide streghe seguaci di Satana, e lei viene ingravidata dal demonio.
Il film si conclude con la visione onirica della sua nascita, che riprenderemo in seguito in questo post.

L'unico tentativo da parte del fidanzato di Heidi di salvarla avviene inconsapevolmente. Francis infatti non capirà mai cosa sta succedendo a Heidi, e in una telefonata proverà a entrare in empatia con lei, senza però riuscirci.
Uno studioso che invece ha le possibilità per trovare una soluzione, viene ucciso non appena giunge sotto casa della ragazza.

Nessuno sviluppo. Solo una storia che segue il suo naturale corso:
Minaccia - Possessione - Morte.
Se cercate un film che vi appassioni per trama e colpi di scena, allontanatevi. A gambe levate.
Ma allora perchè dovrei scarabocchiare parole di elogio a "Le Streghe di Salem"?


La pura essenza di un horror, l'estro visionario e la bellezza del demoniaco


Questo film è bello.
"Perchè?", mi direte.
"Tre punti", vi risponderò.

PUNTO PRIMO: questo è un vero film di genere, genere horror. Questo può sembrare ovvio, ma è tutto tranne che scontato, perchè al giorno d'oggi si pensa che più il sangue è fatto realisticamente, più il prodotto è buono. Sbagliato.
Più il sangue è d'impatto, più il prodotto è buono. Il sangue deve avere sostanza. bisogna verlo scorrere e incresparsi. Deve postersi tastare. In poche parole, fanculo i riflessi del digitale.
E i mostri. I mostri devono essere brutti e spaventosi, e in un prodotto di finzione non c'è niente che spaventi più dell'imperfezione: l'imperfezione, la stranezza e legnosità dei mostri artigianali.
Gli scenari, quellì sì, devono essere realistici. Angusti, poveri, tipici di una produzione low-budget. Con troppi soldi si tende ad arricchire troppo il set.
E poi, le tecniche. Basta un'inquadratura asimmetra, una musica disturbante, una figura inquietante che attraversa il corridoio. Tensione vera e immediata. Il montaggio alternato perchè le lunghe passeggiate sconsolate dei nostri protagonisti non risultino noiose ma anzi, perchè diventino fondamentali per dare malinconia allo spettatore. Una straziante chiamata fatta di silenzi per mettersi nei panni della protagonista.
Non servono colpi di scena. Solo tensione.
Questo vuol dire conoscere il mezzo e conoscerne l'espressione.
Rob Zombie, hai capito tutto.

PUNTO SECONDO: il finale, visionario e astratto, testimonia il coraggio e l'estro del regista. La possessione di Heidi arriva lentamente. E quando arriva, non è concreta. Il Demonio non scende con il suo corpo sulla terra a ingravidare la ragazza (anche se lo si potrebbe individuare nella bestia pelosa che appare poche volte e in controluce o nel bambino storpio degli incubi della ragazza). L'ultima parte è dedicata a una sorta di "assunzione demoniaca" della protagonista, che esula dai canoni classici dell'horror e con una serie di immagini di un impatto fuori dal comune (anche se forse troppo "sublimi" in confronto alla prima parte del film) ci regala la più originale delle possessioni.


PUNTO TERZO (cheinrealtàèunacontinuazionedelsecondo): viene esaltato come mai succede il fascino della blasfemia. Non voglio rovinare nulla a nessuno. Ma guardate questo film, e appassionatevi alla prima parte. Anche se siete pure voi dei perbenisti benpensanti fino al midollo, proverete quel gusto di proibito e scorretto assistendo alla delicatezza malvagia e alla passione (che sa bene di essere proibita) con le quali Rob Zombie dipinge il suo personale Re degli Inferi e le sue ancelle. Divinizzare il nemico di Dio, ecco cosa fa Zombie.
Attenzione! Non fraintendetemi!Non è un film satanista.
È una celebrazione del demonio come canone estetico, non come Dio. Non veniamo indottrinati al culto di Satana, solamente viene stuzzicata quella parte scorretta, anticonformistae  ribelle che spero con tutto il mio cuore sia presente in tutti gli uomini, e che trova il suo naturale apogeo divertendosi insieme al fantoccio della malvagità per eccellenza, Lucifero Stella del Mattino.

Prendete e godetene tutti. Questo è "Le Streghe di Salem".


By E. N.,
troppo rilassato, dai ritmi sfasato



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