1: In un Mondo Migliore
Film
profondo e riflessivo, che parte dagli ospedali posticci per gli aiuti
umanitari in Africa e poi ti sorprende, parlandoti di una storia di
"ragazzi interrotti" in Danimarca e dei loro genitori, pieni di lacune
ma anche di pregi.
Stupisce ancora di più quando il calmo
Christian, ragazzino che ha appena perso la madre, si trasforma in un
freddo e riflessivo vendicatore. Quasi un piccolo attentatore, che cerca
di salvaguardare la figura paterna del suo unico amico Elias, perchè la
sua l'ha già persa: incolpa suo padre della morte della perdita che ha
subito, e ha di conseguenza perso ogni forma di rispetto nei confronti del suo unico genitore..
E così ci chiediamo quanto in realtà possa influire la
perdita di un genitore su di un figlio, ma anche e soprattutto come
questo trauma possa mettere alla prova anche l'altro genitore, sia come
sposo/a che come padre/madre.
Fantastico Mikael Presbrandt nei
panni di un medico, padre di Elias, che cerca di riportare entrambi i
ragazzini sulla retta via, emblema di quegli uomini in bilico tra lavoro
e famiglia, incapaci di scegliere una delle due cose perchè amano
troppo entrambi. Regia di Susanne Bier, vincitrice di Golden Globe e Oscar come miglior film straniero. -
VERY GOOD
2: Le Cronache di Narnia - Il Viaggio del Veliero
"Il
Viaggio del Veliero"
era a mia modesta ma convinta opinione di gran lunga il più bello
dei sette libri scritti da C. S. Lewis, ma a giudicare dalle altre
due esperienze cinematografiche dell'universo di Narnia ("Il
Leone, la Strega e l'Armadio"
e "Il
Principe Caspian")
le aspettative su questo film non erano altissime; forse anche per
questo non sono rimasto deluso dalla visione. Il film è altalenante:
inizia bene, l'incipit alla grande avventura per nave dei più
piccoli dei fratelli Pevensie e del loro viziato cugino Eustachio è
appassionante e veloce (ma necessita come minimo di una conoscenza
sommaria dei due precedenti capitoli). Nella parte centrale si
susseguono episodi a volte inutili, a volte narrati solo
superficialmente, per raggiungere un finale forse un po' scontato ma
comunque evocativo ed efficace. Ci sono diverse pecche: attori di
pietra (uno su tutti Ben Barnes, nella parte del principe), messa in
scena, fotografia e effetti speciali da film TV, ma anche una mancata
caratterizzazione di Ripicip, il topo combattente, che più di tutti
dovrebbe incarnare lo spirito di avventura, il coraggio e la nobiltà
della scoperta: ma tutto questo rimane nelle pagine del quinto libro
de "Le
Cronache di Narnia". - MAH
3: Lupin III - Il Castello di Cagliostro
Il
Lupin disegnato dallo studio Ghibli è sempre stato affascinante. In
realtà, la figura stessa del ladro gentiluomo ha sempre rivestito un
ruolo d'onore nell'immaginario collettivo, soprattutto per chi in
Italia ha vissuto la sua infanzia e adolescenza negli anni '80-'90,
come il sottoscritto.
Questo lungometraggio tratto dalla serie
giapponese può vantare un'animazione come al solito impeccabile di
chiara marca Miyazaki, fondatore del più grande studio di animazione
in terra orientale, e tutti i marchi di fabbrica che si vedono anche
negli episodi in TV (il tesoro da trovare, la fanciulla che si
innamora di Lupin, quella di cui lui è innamorato, l'eterna lotta
con l'ispettore Zenigata, i fedeli compagni Goemon e Jigen) ma il
tutto è spalmato in un'ora e mezza, e
con il pregio di mantenere un ottimo ritmo che fa fluire la pellicola
velocemente.
Una squisita avventura, che alla fine tocca anche una
tematica importante, quella della falsificazione delle banconote, che
per una volta unirà sotto la stessa bandiera ladro e ispetore.
Imperdibile per i fan, godibile per tutti gli alri. - GOOD
4: Don Jon
Bello. Italiano. Palestrato. Sufficientemente agiato. Cattolico.
Tutte
queste caratteristiche definiscono una parte di Jon Martello Jr. (nome
molto poco stereotipato, non posso fare a meno di notarlo). Ma nessuna
lo definisce come queste tre:
amante del sesso.
Sesso in
generale: quello praticato in due, quello praticato da solo, ma anche
quello virtuale. Soprattutto quello virtuale. Il sentimento è di troppo
per Jon, la pudicizia delle ragazze della vita reale lo stufa. Solo il
porno appaga le sue fantasie. Questa commedia, diretta e interpretata
dal bravo (anche se un po' ruffiano, a volte) Joseph Grdon-Levitt è
divertente, appagante per lo stomaco e anche per gli occhi (mamma mia che
topa, la bella Scarlett). Ma non fatevi trarre in inganno: molti la
osannavano come commedia che distrugge i cardini del genere: beh, non è
così. Sì, le premesse sono un po' scioccanti, ma l'
happy ending è
sempre lo stesso, e gli sviluppi dell'introduzione non sono
sconvolgenti. Ma l'originalità non sta tanto nella trama, quanto nel
montaggio, che sfrutta anche soluzioni sonore (il suono dell'accensione
del pc, che preannuncia l'autoerotismo di Jon) per scandire le varie
parti del film. Applausi per una commedia finemente intelligente e al passo coi tempi, ventata di freschezza nelle commedie
romantiche. -
GOOD
5: Big Wedding
Sono
stato costretto a vederlo. Io non lo volevo fare. Lo giuro. Eppure, mi è
toccato pagarlo al cinema. Se
"Don Jon" è una ventata di freschezza,
questo
"Big Wedding" è il festival del già visto. Del riciclato. Dello
stupido. È brutto vedere attori come De Niro, Robin Williams, Susan
Sarandon e Diane keaton (recentemente tornata alla ribalta con questa e
un'altra commedia con Michael Douglas,
"Mai così Vicini") ridottisi a far parte di film
come questi. Certo, ormai non è più una novità (sopratutto per il Bob
più famoso di Hollywood), ma rimpiangiamo sempre di più la roulette
russa in Vietnam, i professori che aiutano i giovani talentuosi, le
scorribande per l'Arizona e le passeggiate a Manhattan.
Un po'
"Mamma Mia!" (la sposa è di nuovo Amanda Seyfried) senza Abba e
fantasia, un po'
"Ti Presento i Miei" senza Ben Stiller a fare da
mattatore, il remake del francese
"Mon Frére se marie" può contare su
attori in pessima forma (tra cui il già citato Ben Barnes, qua non più
Caspian di Narnia ma sposo della Seyfried), comicità che quando non è
idiota o scontata non fa ridere, regia quasi inesistente e TROPPO
BIANCO, c'è qualcosa di bianco in ogni inquadratura. Forse solo la
side-story della sorella dello sposo, interpretata da Catherine Heigl,
non ti farebbe alzare dalla poltrona.
Snervante. -
VERY BAD